Life
Sei anni duri (e inattesi) non si cancellano. Né si dimenticano. Ma il tempo, talvolta, non passa invano. E, se non restituisce tutto, almeno sa alleviare la sofferenza pura, le difficoltà di ogni giorno, il buio di un tunnel. Premiando il coraggio di vivere. Il coraggio di sperare: malgrado tutto. E la voglia di tornare in trincea: con la musica, nella musica. Per la musica. La voglia di esserci. Di sentirsi parte del sistema. O, più semplicemente, parte della quotidianità. Propria e altrui. Quella quotidianità che ha scolpito i giorni migliori. Quando tutto sembrava facile. Quanto tutto procedeva come doveva. Quando la musica, appunto, riempiva le ore. Tutte le ore della settimana. Quando gli spartiti erano causa ed effetto, esigenza e diversivo, passione e professione. Mistero e certezza. Sostentamento e ambizione.
Vincenzo Deluci suonava. Spesso, molto spesso. E bene. Parola di chi lo frequentava. Di chi lo conosceva. Di chi si avvicinava al suo bop duro, alle sue tonalità suggestive. Parola di spettatori attenti, di appassionati del jazz, di colleghi importanti, di critici consacrati. Componeva (anche il primo disco a proprio nome, interamente originale: La Rana dalla Bocca Larga, lavoro leggero e profondo, frizzante e intenso, delicato e itinerante) e suonava: la tromba e il flicorno. Qui e là, per le rotte di Puglia. Affacciandosi sistematicamente oltre il confine regionale. Preparando l’ingresso definitivo nel circuito nazionale: quello spazio che diluisce le agitazioni della sopravvivenza e che avvicina le gratificazioni economiche. Ma non solo quelle economiche. In attesa di un tour, davvero imminente. E di una conferma: la partecipazione, in Spagna e in Germania, a due festival di spessore. Vincenzo suonava. E pianificava: sogni e futuro. Strategie ed alleanze artistiche. Poi, lo schianto: la strada che svaniva, l’auto che volava nel fossato. Tornava da Maglie, dopo un concerto nel jazz club gestito artisticamente da Maurizio Quarta. E cercava di tornare a casa, a Fasano: era la notte del 23 ottobre del 2004.
Vincenzo si risvegliava a Brindisi, nel nosocomio del Perrino. Dopo molti giorni virtuali. Più tardi, si trasferiva in strutture meglio attrezzate. Ma la funzione delle gambe era persa. E anche quella degli arti superiori. Tetraplegico: si dice così. L’impatto con la realtà diventava violento: forse, ancora di più di quello accusato sulla superstrada. La vita cambiava. Radicalmente. E cambiavano le abitudini. Cambiava tutto. La tromba rimaneva lì, in un angolo: eppure, sempre al centro dei pensieri, nella testa. Ma senza una mano che la guidasse. La musica, a quel punto, sembrava lontana: l’ultimo dei problemi. Con una carrozzina comandata elettricamente, le priorità sono altre. Psicologicamente, però, il ragazzo resisteva, reagiva. Anche se, a trent’anni, il mondo sembrava essersi rivoltato contro. Da un momento all’altro. La famiglia, poi, gli rimaneva vicina. E anche gli amici di un tempo. Iniziava, così, la rincorsa alla normalità. La normalità che si chiama poter pranzare, bere, leggere. E studiare, magari. Vivere, ecco. Con il tempo, Vincenzo si adattava alla novità. Pensando in fretta di ricominciare. A comporre, innanzi tutto: sfruttando i progressi della tecnica e i programmi computerizzati. Buoni per rivalutare intuizioni, talento, capacità. E, infine, a suonare. La tromba. In pubblico.
Tutto vero, questa è storia. E’ la storia di Vincenzo Deluci. Ventuno giugno duemiladieci, quasi sei anni dopo: il palcoscenico è quello della Grave delle grotte di Castellana: scenario unico, senza tempo. E Vincenzo è lì, con un guanto e la sua tromba. Che poi è un trombone adattato: la coulisse sostituisce i tasti. Ma è lì: con la sua tecnica e tutta la sua vita. Davanti, c’è il suo mondo.
Music
Nasce a Fasano nel 1974, intraprende gli studi musicali da bambino per poi diplomarsi brillantemente in sotto la guida del M° Ventrella nel 1992, ha intrapreso giovanissimo la carriera concertistica.
Nel 1994 è vincitore di una borsa di studio semestrale presso il Corso di Alta Qualificazione Professionale per musicisti di in collaborazione con la Comunità Europea, studiando con Paolo Fresu di Castel Fidardo con premio special.
Diplomatosi, inoltre, in nel 1994, in ambito jazzistico, può vantare moltissimi concerti in varie formazioni e la partecipazione ad importanti festival come:
Festival del Me , di Frosinone, a Bari, di Budrio a Lecce, a Brisighella (RA), Musica e Arti visive delle Toscana, Festival Interetnico di musica e teatro (BA), ad Apricena.
Ha al suo attivo prestigiose collaborazioni con jazzisti di fama internazionale come G. Trovesi, M. Raja, B. Tommaso, L. Rossi, R. Ottaviano, G. Gaslini, P. Minafra, B. Caruso, E. Fioravanti, V. Curci, B. Moover, G. Lenoci, Juan Carlo Caceras, G. Lomuto, A. Breschi, Dabirèe Gaben, Juan Angel Jricaray, R. Gatto, R. Marcotulli, T. Scott, A. Salis, E. Reijseger, T. Berne, S. Lacy, C. Actis Dato, M. Tamburrini, A. Osada, P. Leveratto.
Si è esibito in concerti live con Sergio Caputo, Vinicio Capossela, Renzo Arbore, Avion Travel, Lucio Dalla e nel 2003 collaborerà con numerosi artisti negli Stati Uniti tra cui: M. Ribot, Q. Davis, U. Okeg Steamboat Bill Junior Inoltre nel 2001 è tromba solista con eseguendo un repertorio monografico sulle musiche di Duke Ellington diretta dal M° Bruno Tommaso.
Ha numerose collaborazioni discografiche al suo attivo:
- Amare Terre con B. Tommaso edito da Dodicilune -Steamboat Bill Junior con B. Tommaso edito da Im Print Records
- When the saint go marching out con A. Di Lorenzo edito da Splasc(h)
- Balanco con Balanco edito da Schema Records
- Meridiana con la Meridiana Multijazz Orchestra (prodotto dalla Provincia di Bari)
- Ning e Nang con Torre di Nebbia
- Volevo solo Giocare con Serial Killer edito da No Music
- Live in Porto con Serial Killer edito da No Music
- Amami Alfredo con D. Saccomanno
- L’uomo di Jazz con V. Deluci con D. Saccomanno
- Experience 1979/2002 con M. Magliocchi edito da Setole di Maiale
- Follow me con G. Marasciulo edito da Oxit Records
- On the irish side of blues street con A. Breschi e Dabirè Gabin
- 55 con Dabirè Gabin
- Tecnopolis con R. Ottaviano prodotto da Tecnopolis
- Celticafrican con A. Breschi e Dabirè Gaben
- Beduin con Pino di Modugno edito da Red Records
- Organ G rooves con Vito Di Modugno edito da Red Records
- Nomadic Aura con A. Breschi
- Sun Sea Big Band con L. Lozuppone Anniversary
- Uruetu omaggio a Bob Marley con Camillo Pace, edito Dodicilune
- L’Ape regina del jazz
- VianDante di e con Vincenzo Deluci e Peppe Servillo
- Terronia con Pino Minafra, edito Egea
- Altre Destinazioni, di prossima pubblicazione, edito Disgressione musica
- Morricone con the Bumps di prossima pubblicazione, the Bumps records
- L’eccedenza del caso con Antonello Salis di prossima pubblicazione, The Bumps records
Ha collaborato come solista in colonne sonore del film di Scorza e Di Virgilio, di Michele Oliveri, premiato al Festival di Berlino.
Ha inoltre preso parte alla realizzazione di supporti video tra cui quello del Progetto Europeo Psichenet
Viene invitato nel 2003 in Germania ad eseguire delle sue composizioni che diventeranno colonna sonora di un film. Inoltre collabora con illustri attori di teatro quali Micaela Esdra e Leopoldo Mastelloni e con il Moduloesse
Nel 2003 presenta un suo nuovo progetto discografico dal nome edito da Dodicilune dove in sestetto vengono eseguiti brani scritti dallo stesso Deluci, ottenendo ottimi risultati da critica e pubblico e vendendo 1000 copie in soli 15 giorni.
Nel 2004 partecipa al tour di Lucio Dalla in Puglia.
Nel 2010 torna alla musica attiva con la sua ultima fatica artistica, lo Spettacolo musicale con voce VianDante